Si è vero, però occorrono molte precisazioni per dare una risposta corretta. Innanzitutto "tempesta di livello X" non vuol dire proprio niente. Le cosiddette tempeste solari sono in realtà la "risposta" del campo magnetico della Terra ad un evento energetico particolarmente intenso avvenuto sul Sole, oppure l'arrivo, nella parte più alta dell'atmosfera del nostro pianeta, di particelle molto veloci ed energetiche, spesso lanciate verso di noi dal Sole in concomitanza con l'evento energetico in questione. Questo evento è detto "flare" e consiste in un'emissione di radiazione elettromagnetica di grande potenza della durata di pochi minuti, su tutto lo spettro delle frequenze, ma segnatamente nei Raggi X detti "duri". Proprio in base alla potenza, i flare sono classificati con lettere che vanno da A e B ( i meno "energetici"), passando per i C e quindi per gli M e gli X (questi ultimi sono i più "violenti" dal punto di vista energetico). Ogni classe (a parte la X, che non ha un limite superiore) è poi divisa in sottoscale da 1 a 10, per cui si possono avere flare di classe C3.2, M6.8, X5.6 eccetera. Per la cronaca, il più forte flare finora osservato è stato emesso dal Sole il 4 Novembre del 2001, ed era di classe X28.2. Più "alta" è la classe del flare più cresce la possibilità che insieme alla radiazione elettromagnetica siano emesse, da parte della nostra stella, dei fasci di particelle (segnatamente protoni di energia superiore a 10 MeV o superiori) molto veloci, addirittura quasi relativistiche, cioè con velocità non paragonabile ma confrontabile con quella della luce. Queste impiegano molto poco a raggiungere la Terra (da poche decine di minuti a qualche ora, a seconda della velocità e quindi dell'energia che hanno) e quando impattano con l'alta ionosfera (o plasmasfera) subiscono una decelerazione improvvisa che comporta un'emissione di Raggi X per un effetto detto "di frenamento". Ma al di là di questo, l'energia di queste particelle le rende del tutto simili, dal punto di vista biologico, a delle vere radiazioni ionizzanti, in grado di provocare dei danni anche irreversibili alla salute di esseri umani investiti da questo flusso. Il termine comunemente impiegato per descrivere questi fenomeni è "tempesta di radiazione". Queste sono classificate, secondo una scala detta NOAA - SWPC, in 5 livelli, da S1 (quelle minori) a S5 (quelle estreme). I vari gradi S delle tempeste di radiazione dipendono dall'intensità del flusso di protoni che può raggiungere la Terra in seguito ad un flare di classe elevata (M e/o X). Per questo un flare di classe X (magari elevata, cioè superiore a X10.0) può essere la causa di una tempesta di radiazione forte o addirittura estrema. Il rischio biologico comunque, è bene dirlo per evitare pensieri catastrofistici in merito, è limitato a chi si trova ai limiti o oltre la protezione naturale che la Terra, con il suo campo magnetico, offre a noi fortunati suoi abitanti. I soggetti a rischio biologico sono gli equipaggi ed i passeggeri di voli aerei ad alta quota e su rotte polari e gli astronauti in attività extraveicolare, ma solo in caso di eventi molto forti o estremi, che per fortuna hanno una frequenza di accadimento molto bassa (anche meno di una per ciclo solare, il che vuol dire che possono anche non verificarsi in un certo ciclo). Quindi, per concludere, non sono "le tempeste di livello X" a poter essere pericolose per l'uomo, ma se mai i flare di classe X che possono produrre come conseguenza delle tempeste di radiazione, magari di grado elevato (S3, S4 o al limite, ma con probabilità più  bassa, S5).

Mario Gatti, Responsabile di Solarspots.net

Home Page Sito